Le leggi sull’aborto uccidono le donne in Polonia ma, nonostante la condanna del Parlamento Europeo, resteranno in vigore

La sentenza del Tribunale costituzionale polacco, che impone un divieto pressoché assoluto dell'aborto, e che ha scatenato un'onda di indignazione, è ancora in vigore. Questa decisione non è solo una minaccia diretta alla salute e alla vita delle donne, ma rappresenta anche un esempio lampante del controllo politico sulla magistratura e del collasso sistemico dello Stato di diritto in Polonia. Pochissime donne hanno avuto accesso a servizi di aborto negli ospedali a causa di una minaccia per la vita e la salute. Altre, che non hanno avuto la stessa fortuna, hanno perso la vita, e tante altre la perderanno ancora a causa di questa sentenza illegittima dettata da un'oppressione sistemica.
La tragedia delle donne polacche
Il quasi totale divieto di aborto in Polonia sta mietendo un numero crescente di vittime. I medici, temendo ripercussioni legali, non eseguono nemmeno gli aborti terapeutici. La risoluzione adottata dai deputati europei chiede al governo polacco di garantire che "non una donna di più" perda la vita a causa di queste restrizioni oppressive.

Parlamento Europeo
Accesso ai servizi abortivi sicuri e legali: un diritto fondamentale
Vi è l'urgenza di garantire l'accesso a servizi abortivi sicuri, legali e gratuiti. Le restrizioni attuali spingono le donne a cercare aborti non sicuri, a viaggiare all'estero o a portare a termine gravidanze indesiderate anche in caso di malformazioni fetali gravi. I deputati esortano i Paesi UE a cooperare per facilitare l'accesso ai servizi abortivi transfrontalieri, garantendo alle donne polacche un aborto sicuro e gratuito in altri Paesi.
Difensori dei diritti umani sotto attacco
Il clima in Polonia per i difensori dei diritti umani è sempre più ostile. Le autorità usano violenza sproporzionata contro i manifestanti e minacciano coloro che difendono i diritti delle donne. I deputati europei chiedono protezione per questi attivisti e che i responsabili delle violenze siano puniti. La sentenza sull'aborto è vista come un ulteriore esempio di controllo politico della magistratura e di violazione dello Stato di diritto.
Resistenza e solidarietà
La situazione in Polonia è un campanello d'allarme per l'intera Europa. La lotta per i diritti delle donne non si ferma ai confini nazionali. È essenziale che l'UE e le sue istituzioni sostengano le donne polacche e condannino queste politiche oppressive. Non una donna di più deve morire a causa di leggi ingiuste e repressive.
Ad oggi, la legalizzazione dell'aborto entro le prime 12 settimane di gravidanza è tra gli obiettivi del primo ministro polacco Donald Tusk ma in settimana, in Parlamento, la coalizione di governo non ha raggiunto i voti necessari per depenalizzare l'interruzione di gravidanza. La depenalizzazione era un elemento chiave del programma di Tusk, che si dice pronto a continuare a lottare per la causa. Mi chiedo però onestamente cosa stia aspettando l’Europa a intervenire eliminando questa legge e sanzionando severamente un paese che uccide le donne all’interno dei suoi confini.
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