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L'UE smonta la narrazione del governo Meloni sulla crescita del Paese

Smantellate le illusioni: la Commissione Europea smentisce l'ascesa economica italiana



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La Commissione Europea, con chiarezza disarmante, smonta la narrativa ottimistica sulla crescita economica italiana del governo Meloni. L'affermazione di un'Italia in ascesa maggiore rispetto agli altri paesi europei viene categoricamente smentita, gettando ombre preoccupanti sulla credibilità delle prospettive economiche del governo.




2024: l'Italia tra gli ultimi - L'UE smonta la narrazione del governo Meloni


Il 2024, secondo le proiezioni, presenta un'Italia posizionata tra gli ultimi nella zona euro, con una crescita economica del 0,9% - ben al di sotto della media dell'1,2%. Questo dato non solo conferma un trend preoccupante ma mette in luce quanto la narrazione di Meloni possa essere pericolosa, creando aspettative irrealistiche e mascherando le sfide reali che l'economia italiana deve affrontare, occultando di fatto le reali sfide economiche, al fine di alimentare una percezione distorta della situazione. 


Ma certamente proporre alle donne pensioni anticipate, e rimetterle al loro posto, ovvero dentro al focolare domestico, aiuterà notevolmente la crescita dell’economia italiana. In fondo si sa: nella narrazione distopica tanto amata ed agognata dall'attuale governo, se più della metà della popolazione italiana non lavorerà e le famiglie dovranno essere mantenute con un solo stipendio, o con uno stipendio e poco più (dato che le donne guadagnano meno degli uomini grazie al gender pay gap), le prospettive non possono che essere rosee e fiorenti.


Il governo Meloni si ostina a parlare di calo della natalità proponendo azioni irrisorie e lesive per i diritti delle donne, anziché attenersi quantomeno a dati certi, ovvero che remare in direzione contraria all’abbattimento del gender pay gap non farà altro che affossare il nostro Paese. Ma questo non lo dice. In fondo, sarebbe contrario alla narrazione per niente mussoliniana di “Dio, patria, famiglia” del nostro laicissimo Bel Paese, o di “sono Giorgia, sono una madre”. Giorgia se ne infischia dei dati, e quelli che non le piacciono li tace, o addirittura, come in questo caso, li nasconde mentendo. Il che è davvero incoraggiante in ottica di prospettive future per noi giovani. Ritrovarsi nel cuore di una crisi senza avere modo di sapere che ci si sta arrivando, per potersi quantomeno preparare, dovrebbe farci sentire al sicuro.


Al diavolo i dati del Word Economic Forum secondo cui la parità di genere ha un impatto diretto sui risultati economici di ogni singolo Paese e sulle aziende che ne fanno parte. Non narrarci, Giorgia, il fatto che secondo il report del McKinsey & Company Global Institute, ridurre il gender gap potrebbe aumentare il PIL a livello globale di un valore tra i 12 ed i 28 trilioni di dollari. Parlaci piuttosto, come hai fatto ora, di false crescite inesistenti.

La narrativa di Meloni sulla crescita economica potrebbe celare, inoltre, il fatto che l'Italia è saldamente al secondo posto, dopo la Grecia, per il rapporto debito/PIL, toccando quasi il 140%. Questo dato, spesso trascurato nella sua narrazione, evidenzia la gravità della situazione finanziaria del paese.


Nel 2023, l'impatto del Superbonus ha gonfiato il deficit/PIL fino al 5,3%, mantenendo l'Italia al quarto livello più elevato nell'area euro. La pericolosità della narrazione emerge nell'omissione delle complessità economiche e nell'eccessiva semplificazione delle soluzioni proposte.




Giorgetti avverte, ma Meloni probabilmente si tappa le orecchie e fa “blabla bla blabla”


Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, sottolinea chiaramente la necessità di evitare cambiamenti nelle valutazioni contabili di principio. La pericolosità della narrazione di Meloni emerge nel rischio di ignorare le raccomandazioni del ministro e nel perpetuare una visione distorta della situazione economica italiana.


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