top of page

Germania: fino a 5.000 euro di multa agli antiabortisti che molestano le donne

Un passo avanti per i diritti delle donne, su cui l'Italia rimane ancora indietro


Baroni-sara_brand-Journalist_Germania-multe-antiabortisti

Germania: la nuova legge dei 5.000 euro di multa agli antiabortisti


Il Parlamento tedesco ha preso una decisione storica: i gruppi antiabortisti non potranno più protestare vicino ai consultori e alle cliniche dove si praticano le interruzioni di gravidanza. Questa legge impone multe salate, fino a 5.000 euro, per chiunque cerchi di interferire con la scelta libera e autonoma delle donne. Mentre in Italia si assiste a un preoccupante ritorno al passato, con leggi che favoriscono l'ingresso delle associazioni antiabortiste nei consultori, la Germania mostra il coraggio di difendere i diritti delle donne contro la violenza e l'intimidazione.



Molestie da marciapiede: un atto di violenza sistemica


Le "molestie da marciapiede" sono un'espressione che suona quasi ironica, ma la realtà è ben più cupa. Donne che si trovano in situazioni di estrema vulnerabilità vengono aggredite verbalmente e psicologicamente da gruppi che si ergono a difensori della vita, ma che in realtà impongono il loro controllo su corpi e scelte altrui. La nuova legge tedesca protegge non solo le donne, ma anche il personale sanitario, garantendo un accesso sicuro e rispettoso ai servizi di salute riproduttiva. È un atto di civiltà e rispetto, un baluardo contro l'oppressione patriarcale.



L'autodeterminazione delle donne sotto attacco: l'esempio italiano


In Italia, invece, il panorama è decisamente più desolante. L'apertura dei consultori ai gruppi antiabortisti segna una grave regressione nei diritti delle donne. Questo provvedimento, approvato lo scorso aprile, rappresenta un passo indietro di decenni. La presenza di attivisti antiabortisti nei consultori non solo mina la serenità delle donne, ma rafforza un sistema che le vede ancora come proprietà degli uomini, sottoposte a controllo e giudizio. È un chiaro esempio di come la società patriarcale continui a dettare legge, anche quando si tratta dei corpi delle donne. Nel mio comune, Modena, abbiamo purtroppo vissuto, e continueremo a vivere, molestie da parte di movimenti Pro-vita finanziati dall’America, proprio come se si trattasse di una vera guerra, e di fatto lo è.


Si tratta di una guerra aperta sui corpi delle donne, sul loro diritti all’autodeterminazione. Si tratta di violazioni sistemiche delle libertà personali che non possono essere consentite nei pressi di strutture sanitarie pubbliche all’interno di un Paese laico (come nel caso del Policlinico di Modena). A tal proposito, con il mio nuovo podcast “Bold Square”, ho avuto il piacere di intervistare Silvia Panini, co-fondatrice della rete pro-choice Modena, con la quale ho discusso proprio di questi fatti. Per approfondire trovi l’intervista completa a questo link.



Un passo avanti, ma sempre in altri paesi


La legge tedesca rappresenta un importante passo avanti nella lotta per i diritti delle donne, ma non possiamo fermarci qui. La protezione e il rispetto delle scelte individuali devono essere garantiti ovunque, senza compromessi. È essenziale che anche altri paesi seguano l'esempio della Germania, per costruire una società in cui le donne possano vivere libere da intimidazioni e violenze, una società in cui l'autodeterminazione non sia solo un sogno, ma una realtà tangibile.Parlando a livello personale, la maggior parte delle donne che conosco si sono trasferite all’estero anche per motivazioni simili. E non posso fare a meno di chiedermi se farò lo stesso anch’io. 



Comments


ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER PER RICEVERE NEWS, FREEBIE E CONSIGLI PER CREARE E VALORIZZARE IL TUO BRAND!

Grazie per esserti iscritt*!

© 2025 - Baroni Sara - P.Iva 02889270357 -

bottom of page